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La musica al femminile all’epoca di Vivaldi

Originally posted on 28 Settembre 2015 @ 14:32

Antonio Vivaldi, nato nel 1678 a Venezia, è stato uno dei più importanti e influenti compositori barocchi.

Come avvenne per molti compositori del barocco, dopo la sua morte il suo nome e la sua musica caddero nell’oblio. Fu grazie alla ricerca di alcuni musicologi del XX secolo, come Arnold Schering, Marc Pincherle, Alberto Gentili e Alfredo Casella, che l’opera di Vivaldi riemerse, giungendo a renderlo ai nostri giorni uno dei compositori più noti ed eseguiti.

Ordinato sacerdote nel 1703, da qui il suo soprannome “Prete Rosso”, Antonio Vivaldi nello stesso anno iniziò a lavorare come musicista e compositore per il Pio Ospedale della Pietà, il più noto dei quattro ospedali femminili di Venezia.

È probabile che Vivaldi abbia composto musica per la Pietà anche dopo la fine della sua collaborazione ufficiale. In questi istituti ragazze orfane o nate in famiglie povere ottenevano un’ ottima educazione musicale. Le più brave restavano nelle Scuole anche dopo l’ adolescenza. Nella sua opera autobiografica Le Confessioni,  Jean-Jacques Rousseau fece l’ elogio di quelle giovani cantanti e strumentiste, che ascoltò nel suo soggiorno a Venezia e con le quali poté pranzare:

Attività presso il Pio Ospedale della Pietà

“Una musica molto superiore, secondo me, a quella dell’ opera che non trova eguali né in Italia, né altrove nel mondo, è la musica delle scuole. Le scuole sono degli istituti di beneficenza creati per educare le ragazze povere, destinate poi dalla Repubblica o al matrimonio o al convento. Tra tutte le materie insegnate a quelle ragazze, la musica ha un posto fondamentale.

Tutte le domeniche, nella chiesa di ognuna delle quattro scuole, durante i vespri si cantano mottetti per coro e orchestra, composti e diretti dai più grandi maestri italiani, ed eseguiti esclusivamente da ragazze, la più grande delle quali non arriva a vent’ anni.

Secondo me non esiste nulla di più voluttuoso – scrisse  Russeau – e di più toccante di quella musica; le ricchezze dell’ arte, il gusto raffinato dei canti, la bellezza delle voci, la precisione nell’ esecuzione, tutto in quei deliziosi concerti contribuisce a produrre un’ impressione che non rientra certo nei buoni costumi ma dalla quale sfido qualsiasi uomo a mettersi al riparo” .

Leggi qui Le Confessioni di Jean-Jacques Rousseau in pdf (testo integrale).


 


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