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Tiffany Co. A Venezia entro primavera

Originally posted on 7 Dicembre 2015 @ 10:01

Tiffany Co. annuncia l’apertura di un negozio a Venezia nella primavera del 2016.

Anche a Venezia arriva Tiffany Co. e il glamour che la nuova apertura porta con se è ricco di una tradizione composta da personaggi famosi e meno, che nella storia si sono avvicendati attorno a questa nota marca di alta gioielleria.

Lo spazio, con una superficie di 238 metri quadrati su un solo piano, sarà ubicato in Calle Vallaresso, nei pressi della storica Piazza San Marco.

Florence Rollet, Group Vice President di Tiffany Co. spiega: “La bellezza e il patrimonio culturale di Venezia attraggono turisti da tutto il mondo. Aprire un negozio in questa famosa città rafforza il nostro impegno a sviluppare e incrementare le vendite in tutta Europa. Invitiamo tutti a scoprire i nostri gioielli e orologi e a vivere l?esperienza di un acquisto da Tiffany, un brand all’avanguardia per fascino e stile”.

I visitatori saranno accolti da un’atmosfera che riflette la tradizione di Tiffany, la prima grande Maison di gioielli di New York, fondata nel 1837. I suoi architetti e interior designer hanno saputo combinare motivi d’archivio e arredi lussuosi per creare un ambiente spazioso ed elegante, perfetto per le magnifiche collezioni di gioielli, nelle quali risaltano le pietre preziose e i diamanti più belli del mondo, accanto a raffinati gioielli iconici dall’eleganza moderna.

Intanto non ci resta che aspettare e dare un’occhiata alla collezione proposta sul sito internet ufficiale.

Tiffany & Co., nota comunemente come Tiffany’s, è un’azienda statunitense fondata nel 1837 a New York, che si occupa della vendita di gioielli tramite migliaia di punti vendita situati in molti paesi.

L’azienda è stata fondata da Charles Lewis Tiffany e John B. Young a Manhattan. Inizialmente il negozio vendeva una gran varietà di articoli, comprendenti quelli da cancelleria e operava soltanto col nome di Tiffany. Successivamente, quando John B. Young divenne socio di Charles Lewis Tiffany, il nome mutò in Tiffany & Co.

Il primo negozio venne inaugurato il 20 settembre 1837 al n°259 di Broadway.

Nel 1848, Charles Lewis Tiffany acquista i gioielli della Corona di Francia e nel 1845 viene pubblicato il primo Blue Book che, da allora, viene pubblicato annualmente per presentare la collezione autunnale di Tiffany & Co.

Nel 1878, Tiffany partecipa all’Esposizione Universale di Parigi e, qualche anno dopo, grazie alla collaborazione del gemmologo George Kunz, introduce nuovi materiali per la creazione dei suoi gioielli: la Kunzite, la morganite, la tanzanite blu, la tsavorite. Nel 2012, ricorrenza del 175º anniversario, Tiffany presenta una nuova lega metallica chiamata rubedo.

La tradizione dei diamanti di Tiffany risale al 1848. Il laboratorio gemmologico si affida a professionisti diplomati in gemmologia che devono superare un corso formativo prima di poter procedere alla valutazione di un diamante Tiffany. La valutazione di un diamante viene effettuata in base alle “4 C”:

Cut (taglio);
Color (colore);
Clarity (purezza);
Carat weight (peso in carati)…

Inoltre, per una qualità superiore, Tiffany valuta i diamanti anche in base alla “presenza”, ossia la simmetria e la lucidatura della pietra.

Tiffany accetta solamente i diamanti che rientrano nella fascia da D a I.  Tiffany, oltre ad uno standard elevato dei prodotti di cui si occupa, ha uno standard elevato anche per quanto riguarda l’etica: le compagnie minerarie con cui collabora devono garantire rispetto dell’ambiente e responsabilità sociale. Inoltre, Tiffany & Co. acquista diamanti solo dagli Stati che partecipano al Kimberley Process Certification Scheme (KPCS), creato per certificare la provenienza dei diamanti e, di conseguenza, eliminare il loro contrabbando dalle zone di guerra.

Curiosità:

Nel 1996, Tiffany & Co. si è opposta allo scavo di una miniera d’oro che minacciava il parco nazionale di Yellowstone. Per preservare le barriere coralline, dal 2002, Tiffany & Co. non vende coralli poiché non vi è alcun modo sostenibile per raccogliere coralli rossi e rosa senza compromettere l’ecosistema marino; nel 2004, con un annuncio pubblicato sul Washington Post ha esortato il servizio forestale degli Stati Uniti a negare il permesso per lo sviluppo di una miniera nel Montana che avrebbe messo a rischio l’acqua e la fauna selvatica del Paese. Inoltre, Tiffany & Co., insieme alla Bristol Bay Protection Pledge, si occupa di salvaguardare la Bristol Bay, in Alaska[2] opponendosi allo sviluppo di una miniera di oro e rame a cielo aperto, la miniera Pebble. Per aumentare la consapevolezza su questo problema, nel 2010, Tiffany & Co. pubblicò sul National Geographic Magazine un annuncio di un’intera pagina e, firmando il Bristol Bay Protection Pledge, ha dichiarato che se la miniera Pebble fosse stata sviluppata, non l’avrebbe sfruttata.

 



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