Originally posted on 29 Settembre 2017 @ 15:04
Arriva a Venezia, per la prima volta in Italia, la prestigiosa e celebre mostra dedicata ai tesori, alle gemme e ai gioielli indiani, dal XVI al XX secolo, appartenenti alla Collezione Al Thani fino al 3 gennaio 2018.
Oltre 270 tesori esposti a Palazzo Ducale ci raccontano cinquecento anni di storia dell’arte orafa legata, per origine o ispirazione, al subcontinente indiano.
Specchio della gloriosa tradizione indiana: dai discendenti di Gengis Khan e Tamerlano ai grandi maharaja che, nel XX secolo, commissionarono alle celebri maison europee gioielli d’inarrivabile bellezza e straordinaria modernità.
Fin dall’antichità l’India è stata una terra ricca di pietre preziose e patria di una tradizione orafa di estrema raffinatezza.
Qui gemme e gioielli sono parte integrante dell’abbigliamento e dello stile di vita quotidiano a formare veri e propri tesori unici nel liro genere.
L’impareggiabile qualità dei diamanti di Golconda, gli spinelli – pietre preziose simili a rubini – del Badakhshan, le spettacolari tonalità degli zaffiri del Kashmir resero celebre l’Asia meridionale. Ma anche i rubini di Ceylon (l’attuale Sri Lanka) e della Birmania (l’attuale Myanmar), e le perle del Golfo persico.
Promossa dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, nella cornice suggestiva di Palazzo Ducale, la mostra Tesori dei Moghul e dei maharaja: la Collezione Al Thani offre l’opportunità al pubblico italiano di ammirare per la prima volta quasi trecento pezzi provenienti dalla preziosa collezione creata da Sua Altezza lo sceicco Hamad bin Abdullah Al Thani, membro della famiglia reale del Qatar.
In India, i gioielli rappresentano qualcosa di più di un semplice ornamento.
Ogni gemma ha un suo significato particolare nell’ordine cosmico o le viene attribuito un carattere propiziatorio.
Nella cultura popolare, alcuni tipi di gioielli riflettono il rango, la casta, la terra d’origine, lo stato civile o la ricchezza di chi li indossa.
La mostra di Venezia rappresenta un incredibile viaggio nell’universo dell’oreficeria indiana dal XVI secolo ai nostri giorni. Il percorso è scandito da alcune pietre miliari di un’arte che non ha mai smesso di colpire e affascinare lo spirito occidentale. Alimentando un immaginario popolato da sovrani e divinità ricoperte di gioielli.
Curata da Amin Jaffer, conservatore capo della collezione Al Thani e da Gian Carlo Calza, insigne studioso di arte dell’Estremo Oriente, con la direzione scientifica di Gabriella Belli, la mostra condurrà il pubblico alla conoscenza di leggendari gioielli indiani e diamanti carichi di storia. Espressione di un gusto artistico raffinato e di un perfetto dominio della tecnica.
Il punto di partenza storico della mostra è lo stile di corte dei Moghul (1526-1858) la dinastia timuride fondata all’indomani della conquista di gran parte dell’India settentrionale per mano di Babur (1526).
La corte Moghul divenne da subito l’epicentro di uno stile peculiare, destinato a diffondersi in tutta l’India.
In particolare è ai regni del quarto e del quinto imperatore Moghul che si deve la cosiddetta età dell’oro. Durante la quale i gioiellieri crearono opere meravigliose che con gemme di qualità eccezionale fondevano arte e cultura d’Oriente e Occidente.
Ricchi e dai gusti sempre più occidentalizzati, furono loro a commissionare lavori a rinomate maison europee, prima fra tutte Cartier.
È così che instillarono nuova vita nella gioielleria: antiche gemme montate in composizioni moderne e la creazione di un nuovo stile, frutto dell’incontro tra le tradizioni indiane e la cultura orafa dell’Occidente.
Maggiori informazioni sul sito
Pubblicato il: 29 settembre 2017
Nota – Questo è un comunicato che viene riportato integralmente come contributo esterno. Il contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione
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