Sanita’. Équipe padovana realizza primo trapianto di rene cross over al mondo da donatore deceduto. Zaia, “Grazie con orgoglio. Bravi ma anche indomabili”.
“Il sistema trapiantistico della Sanità veneta si dimostra ogni giorno di più all’avanguardia. Non solo per il livello tecnico dei suoi chirurghi e per l’efficienza della sua organizzazione. Ma anche per la capacità di cercare e attraversare nuove frontiere per dare nuove speranze di vita a malati che, senza il trapianto, non ne avrebbero.
Un paziente iperimmunizzato in lista d’attesa ha ricevuto un organo da donatore deceduto. E la donatrice vivente per lui incompatibile, sarà sottoposta nella giornata di domani al prelievo del rene.
“Bravi ma anche indomabili i trapiantisti padovani – aggiunge Zaia – perché arrivare a una ‘prima’ mondiale richiede grandi conoscenze cliniche. Ma anche una straordinaria determinazione a non arrendersi di fronte alle difficoltà, che in questo caso hanno portato al successo Rigotti e il suo team”.
Il Programma Cross Over, che per la prima volta è stato avviato utilizzando un donatore di rene deceduto invece che un donatore vivente, era stato presentato dalla dottoressa Lucrezia Furian, dell’equipe del Centro trapianti di Rene di Padova la settimana scorsa agli Stati generali della Rete Trapiantologica Italiana, ed è stato realizzato ieri.
Il programma di trapianto di rene da vivente in modalità cross over è utilizzato per consentire la trapiantabilità di pazienti che hanno un donatore vivente per loro incompatibile. Con il Cross Over viene data la possibilità a una coppia donatore-ricevente, tra loro incompatibili, di ricevere e donare un rene incrociando le loro compatibilità immunologiche con quelle di altre coppie donatori-riceventi nella stessa condizione.
La sequenza degli incroci viene detta ‘catena di trapianto cross over’ ed è un programma di donazione e trapianto di rene da donatore vivente.
La grande novità di oggi riguarda il fatto che la “catena” è partita utilizzando un donatore deceduto.
“A nessuno sfuggirà – conclude Zaia – la grande prospettiva che in questo modo si apre. Perché permetterà di aumentare il numero dei potenziali donatori compatibili e allargare il numero di ‘catene’ che coinvolgono coppie incompatibili e malati difficilmente trapiantabili”.
Pubblicato il: 19 marzo 2018
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