Originally posted on 15 Ottobre 2016 @ 7:02
Sarà una grande mostra personale dedicata a Damien Hirst l’avvenimento che caratterizzerà nel 2017 Palazzo Grassi e Punta della Dogana, le due sedi espositive a Venezia della della ‘Pinault Collection’.
Si tratta di un progetto inedito dell’artista britannico, che coinvolgerà entrambe le sedi di Francois Pinault.
La mostra, che aprirà al pubblico domenica 9 aprile 2017, segna una nuova tappa nella storia di Palazzo Grassi e Punta della Dogana: per la prima volta le due sedi veneziane della Collezione Pinault saranno interamente affidate a un singolo artista.
L’ultima personale dedicata a Hirst in Italia era stata la retrospettiva del 2004 al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
La mostra sarà curata da Elena Geuna, che aveva firmato le monografiche dedicate a Rudolf Stingel (2013) e Sigmar Polke (2016), entrambe a Palazzo Grassi. Il nuovo progetto di Hirst è frutto di un lavoro durato dieci anni.
Damien Hirst
Noto soprattutto per una serie di opere contradditorie e provocanti, la gran parte delle sue opere consiste in corpi di animali (Come squali tigre, pecore e mucche) imbalsamati e immersi in formaldeide, vetrine con pillole o strumenti chirurgici e sculture sospese a mezz’aria; La morte è il tema centrale delle sue opere.
Genio indiscusso dell’arte contemporanea, Hirst domina la scena artistica britannica durante gli anni novanta, portandola alla ribalta internazionale.
La sua veloce ascesa (a quarant’anni valeva già una cifra pari a cento milioni di sterline) è strettamente legata alla vicinanza e promozione da parte del collezionista e pubblicitario anglo-iracheno Charles Saatchi, anche se le continue frizioni tra i due portarono nel 2003 alla fine della proficua collaborazione.
Manifesto della sua poetica è The Physical Impossibility Of Death In the Mind Of Someone Living (ovvero, L’impossibilità fisica della morte nella mente di un vivo), consistente in uno squalo tigre di oltre 4 metri posto in formaldeide dentro una vetrina.
Quell’opera divenne il simbolo dell’arte britannica degli anni novanta. La vendita dell’opera nel 2004 ha reso Hirst l’artista vivente più caro dopo Jasper Johns.
Intimamente legato non solo all’informale, ma anche all’action painting e alla pop art, è noto pure per le sue tecniche definite spin paintings, realizzate dipingendo su una superficie circolare in rotazione come un vinile sul giradischi, e spot paintings, consistenti in righe di cerchi colorati, spesso imitate dalla grafica pubblicitaria degli ultimi anni.
Nel 1995 Hirst vinse il premio Turner, avendo la meglio su gli altri tre finalisti: Mona Hatoum, Callum Innes e Mark Wallinger, dopo essere già stato candidato nel 1992.
A 16 anni Hirst fu portato da un suo amico, che studiava biologia, a visitare l’obitorio di Leeds, e rimase particolarmente affascinato dai corpi che si ritrovò davanti.
Altrettanto importante per la sua formazione fu l’aver lavorato, come centralinista, per la M.A.S. Research, una ditta di ricerche di mercato. Lì imparò che con una telefonata si può comprare qualsiasi cosa, anche uno squalo in Australia.
Nell’occasione di dover comprare lo squalo, contattò il pescatore di pescecani Vic Hislop, che per seimila dollari, quattromila per la cattura e duemila per il viaggio sino a Londra, lo accontentò.
Poliedrico e imprenditore nel 1997 diresse un video per i Blur. Insieme a Matthew Freud ed altri, all’inizio del 1998 aprì Pharmacy, un bar-ristorante.
Una volta chiuso Pharmacy gli arredi, progettati da Hirst furono tutti battuti all’asta. A tal proposito vale la pena ricordare come le case d’asta maggiori, Christie’s e Sotheby’s in particolare, si siano prestate al gioco di alzare le quotazioni in modo anche artificiale, con il risultato di soffiare sul fuoco della spettacolarità.
La concezione artistica di Hirst ha una forte attinenza con la moda contemporanea; le sue opere di maggiore impatto, quali lo squalo o il toro sotto formaldeide, sono paragonabili allo spettacolo di una sfilata di prima linea, indispensabile per far sognare le donne di tutto il mondo, delle quali però molti dei pezzi probabilmente non saranno mai messi in produzione.
I piccoli spot, gli spin painting e i lavori con le farfalle di più modeste dimensioni permettono a molti galleristi, ma soprattutto a privati, di possedere un pezzo “prêt-à-porter” di Damien Hirst, con l’illusione che sia una piccola parte dello squalo tigre di cinque metri.
È evidente anche che l’arte e la moda abbiano sempre maggiori connessioni, e i temi spesso si sovrappongono.
Pubblicato il: 15 ottobre 2016