Originally posted on 20 Febbraio 2016 @ 7:01
Grazie all’insalata degli “Orti di Venezia”, prende il via l’intervento di restauro che riporterà agli antichi splendori uno degli ingressi monumentali alle sale pubbliche di Palazzo Ducale, situato in sommità alla Scala d’Oro e varcato quotidianamente da milioni di visitatori.
L’intervento, prima occasione di restauro per il portale cinquecentesco, sarà interamente sostenuto dall’imprenditore veneziano Paolo Tamai, titolare dell’azienda “Gli Orti di Venezia”, in collaborazione con il gruppo Eataly.
Tamai si è infatti impegnato a garantire la copertura economica dell’operazione attraverso l a vendita delle insalate fresche, sane e naturali, a marchio “Gli orti di Venezia per Eataly” già in distribuzione nei reparti freschi delle sedi Eataly di Torino Lingotto e Lagrange, Pinerolo, Monticello d’Alba, Milano Smeraldo, Genova, Piacenza, Bologna, Forlì, Firenze, Roma, Bari.
Secondo quanto previsto dal progetto approvato dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per Venezia e Laguna, il restauro interesserà uno dei due portali sommitali dell’ultima rampa che si affacciano sull’Atrio Quadrato, vestibolo delle sale pubbliche, situato al secondo piano del Palazzo.
Qui paraste ed arconi in pietra d’Istria sono finemente scolpiti ad altorilievo con scene simboliche che rimandano ad avvenimenti storici, commemorativi e ai temi cari alla Repubblica, quali potenza, forza militare, saggezza e giustizia.
La scala, realizzata su progetto di Jacopo Sansovino, fu ultimata da Antonio Abbondi detto lo Scarpagnino nella seconda metà del XVI secolo e venne denominata “d’Oro” per le fastose decorazioni della volta a botte eseguite in stucco a foglia d’oro e affresco realizzate da Alessandro Vittoria e Giambattista Franco.
L’intervento consisterà principalmente nella pulitura delle superfici dalle patine di sporco accumulatesi nei secoli e rese ancora più tenaci dai trattamenti manutentivi del passato eseguiti con cere ed oli.
L’articolazione tridimensionale dei rilievi, nonché la presenza di numerose miniature a bassorilievo, fanno stimare la durata dei lavori in circa quattro mesi.
La direzione dei lavori sarà assunta dal Servizio Tecnico e Manutenzioni di MUVE e la ditta incaricata è la veneziana Lares Srl che aveva già operato all’inizio degli anni 2000 per il restauro della restante parte della Scala d’Oro.
I PORTALI SOMMITALI DELLA SCALA D’ORO D’ACCESSO ALLE SALE ISTITUZIONALI. PALAZZO DUCALE
I portali che si affacciano sull’Atrio Quadrato di Palazzo Ducale si inseriscono cronologicamente in quella lunga serie di lavori di ristrutturazione iniziata nel 1483 nell’Ala Orientale del Palazzo e proseguita nel resto dell’edificio fino agli anni Sessanta del XVI secolo.
Il progetto in particolare di una scala d’onore, interpellati architetti come il Sanmicheli e il Palladio, fu affidato infine a Jacopo Sansovino che ne realizzò la parte iniziale sotto i dogi Lorenzo e Girolamo Priuli che governarono tra il 1556 e il 1567.
L’ultimazione dei lavori fu invece seguita dallo Scarpagnino dal 1559 e poi sotto il dogato di Venier. L’arco con lo stemma del doge Andrea Gritti era stato eretto in precedenza a partire dal 1538 ed in corrispondenza di una scala lignea provvisoria.
La Scala d’onore fu denominata d’Oro per le fastose decorazioni della volta a botte eseguite in stucco e foglia d’oro a partire dal 1557 da Alessandro Vittoria e affrescate nei riquadri da Giambattista Franco.
La Scala, nata dall’esigenza di separare gli ambienti dedicati alla privata abitazione del doge dal Palazzo di Giustizia, si articola su cinque rampe, l’ultima delle quali si affaccia sull’Atrio Quadrato, sorta di vestibolo delle sale in cui si riunivano i più importanti organi di governo. L’ambiente è caratterizzato dal soffitto intagliato e dorato che incastona dipinti del Tintoretto mentre l’apparato architettonico è scandito da pilastri lapidei, compositi e scanalati.
I Portali a chiusura della Scala d’Oro sono coronati da due arconi sommitali, decorati a riquadri con bassorilievi finemente scolpiti che raffigurano scene fortemente simboliche che rimandano ad avvenimenti storici, commemorativi e ai temi cari ai Veneziani quali potenza, forza militare, saggezza e giustizia. In particolare sugli stipiti è rappresentato il leone nella versione raccolta “in moléca” in posizione frontale e accovacciato, in questo caso con il libro chiuso a simboleggiare la sovranità delegata e quindi delle pubbliche magistrature.
GLI ORTI DI VENEZIA
“Gli Orti di Venezia” nascono dalla scelta dell’imprenditore Paolo Tamai, sostenuto dalla moglie Marina, di dare vita ad un marchio proprio che identifichi profondamente la visione famigliare.
La Mission di Paolo Tamai è quella di conservare e promuovere la tradizione del territorio, dall’amore per il prodotto agricolo salubre, fino alla tradizione legata alla storia culturale.
Le attività iniziate dal 2010 hanno già finanziato 3 restauri e vari progetti culturali per la città di Venezia destinando una parte dei ricavi ottenuti dalla vendita di insalate.