Curiosità e leggende del mughetto e perchè il 1 maggio

Originally posted on 1 Maggio 2017 @ 21:56

Primo maggio: speranza e felicità… Perchè la leggenda del Mughetto?

Il 1 maggio, la Festa del Lavoro, ma anche la “Leggenda del Mughetto”.

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In un contesto in cui in troppi faticano a trovare un posto stabile e la disoccupazione avanza in Italia, cogliamo l’occasione di un giorno di riposo per pensare positivo. E riscoprire le tradizioni e i miti più belli.

Vi raccontiamo una storia che risale ai tempi dei latini. La Leggenda del Mughetto. Chissà! Magari potrebbe esservi di buon auspicio.

mughettoIl mughetto è una pianta erbacea con fiori bianchi e profumati, simili a dei campanellini.

In molti paesi del mondo è usanza regalare almeno un mazzo di questi fiorellini, simbolo di felicità che torna e portafortuna. Associato anche all’arrivo della primavera. Nessun augurio migliore insomma in un giorno come questo.

Nella mitologia latina il mughetto, dedicato al dio Mercurio, rappresentava la speranza. E durante i riti sacri se ne regalavano tre rametti in segno di amicizia. Tempo dopo, per i cristiani, il mughetto divenne il fiore di San Leonardo. Secondo il mito infatti il fiore si generò in segno di vittoria dalle gocce di sangue del santo, ferito durante la sua lotta contro il demonio.

A introdurre la tradizione per cui il mughetto si associa proprio al primo maggio è stato Carlo IX nel 1561.

Grazie a cui successivamente si diffuse l’abitudine di andare nei boschi per prendere un mughetto che poteva essere venduto nelle strade senza dover pagare tasse.

Il primo maggio, infatti, ha sempre avuto particolare rilievo nella storia.

Anche prima di diventare la festa dei lavoratori. Per alcuni era il giorno di inizio della primavera, per altri il giorno in cui cominciava il mese dei fidanzamenti, per altri ancora era quello in cui i naviganti uscivano in mare.

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Ma il mughetto ha sempre avuto il suo significato di buon auspicio.

Secondo antiche credenze popolari, questa pianta grazie al suo profumo poteva rafforzare il cervello e la sua memoria.

Il mughetto trasmette un messaggio d’amore perché fiorisce all’inizio della primavera e l’atto di cercarlo nelle foreste ombreggiate è un’opportunità per le prime passeggiate dell’anno per i boschi ed all’aperto.

“Ieri come oggi”, se fate una passeggiata nella natura o se avete organizzato una scampagnata, tenete gli occhi aperti e cercate questi simpatici fiorellini bianchi, potrebbero portarvi fortuna!

La Curiosità: Sissi, Venezia e i Mughetti.

live-in-veniceLa prima volta che Elisabetta d’Austria soggiornò a Venezia fu per un breve periodo a cavallo tra il 1856 e il ‘57. A 16 anni, giovanissima, arrivò nella città lagunare con l’imperatore Francesco Giuseppe e con la figlioletta Sofia. Nonostante la giovane età, percepì immediatamente l’astio dei veneziani nei confronti degli Asburgo, divenuti di fatto i nuovi padroni dopo la caduta di Napoleone. In tanti accorsero ad assistere alla passeggiata ufficiale dell’imperatore e della consorte in piazzetta e in piazza San Marco, spinti soprattutto dalla curiosità di vedere Sissi, la cui fama di essere una donna meravigliosamente bella l’aveva preceduta anche qui.

La coppia imperiale elesse come propria residenza le Procuratie Nuovissime (fatte costruire per volontà dei francesi dopo aver abbattuto la rinascimentale chiesa di San Geminiano del Sansovino), occupando però anche alcune stanze delle Procuratie Nuove: ebbero così un imponente Palazzo Reale anche nel cuore di Venezia. Il desiderio di grandezza, che era stato proprio di Napoleone e che si adattava perfettamente alla nuova situazione, si percepisce immediatamente salendo il monumentale scalone che ci conduce alla altrettanto grandiosa sala da ballo.

“Sono un gabbiano che non appartiene ad alcun paese, Nessuna spiaggia è la mia patria, Non mi affeziono ad alcun luogo, Volo di onda in onda…..”

così scrive in uno dei suoi tanti diari, colmi di poesie. Quando restava sola si dedicava alla scrittura, ove trovava conforto e sfogo.

Durante i suoi soggiorni a Venezia (il secondo ebbe la durata di 7 mesi dall’ottobre del 1861 a maggio del ’62), Sissi andava spesso al Teatro La Fenice. Il ‘Gran Teatro’. Fece visita ad alcuni conventi come quello delle Penitenti e delle Oblate. Ad orfanotrofi, ad istituzioni caritatevoli in genere. Da Palazzo Balbi assistette alla Regata Storica. Partecipava alle feste di nobili veneziani che, pur non accettando la sovranità asburgica, non disdegnavano la presenza dell’imperatrice nei loro palazzi privati. Visitò l’Accademia delle Belle Arti. Andava in gondola. Insieme all’imperatore, che la raggiungeva spesso in treno, faceva passeggiate lungo la spiaggia del Lido.

Tra le 9 sale che si possono ammirare nelle Procuratie novissime, il boudoir o stanza da toilette era la sua preferita.

Sola, raccolta nei suoi pensieri melanconici, possiamo immaginarla intenta a scrivere versi e poesie.

La stanza non è grande, al contrario è intima e accogliente, decorata con i fiori da lei preferiti, i mughetti e i fiordalisi, che ritroviamo ovunque: negli angoli del soffitto e lungo le pareti, come fossero braccia amorevoli che coccolano e proteggono la triste imperatrice.

Nel suo boudoir, circondata dai mughetti e dai fiordalisi, la pesantezza del suo vivere si alleggeriva. Non a caso, il mughetto è il simbolo di felicità, fortuna ed innocenza. Mentre il fiordaliso rappresenta dolcezza, felicità e leggerezza. Questi gli stati d’animo che Sissi cercava nella  sua intima stanza e che talvolta trovava.

Con Venezia l’imperatrice d’Austria intratteneva rapporti contrastanti: assoluta indifferenza, rancore, ma anche serenità e leggerezza di animo. D’altra parte lei stessa scrive: “Vorrei essere lasciata in pace, un po’ tranquilla insomma, perché in verità sono soltanto un essere umano simile a voi”.

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