Originally posted on 6 Dicembre 2015 @ 10:02
Tre Oci Tre Mostre, format di successo giunto alla quarta edizione, inaugura la stagione espositiva 2016 della Casa dei Tre Oci, dedicata alla fotografia.
Un percorso di ricerca articolato su più livelli, che trasforma i Tre Oci in una vera e propria
Kunsthalle, proponendo un percorso visivo di confronto tra i linguaggi contemporanei e la grande tradizione della fotografia veneziana.
Tre proposte espositive differenti fra loro che cercano d’interpretare l’essenza della fotografia di oggi in una logica che si muove verso il superamento dei generi e la trasversalità.
Al pianterreno della Casa il programma espositivo del Circolo Fotografico La Gondola si articolerà in tre sezioni.
Sin da quando è stata – per così dire – esonerata dall’obbligo di “certificare” la realtà, sostituita dai nuovi media d’informazione più coinvolgenti e immediati, l’immagine fotografica ha manifestato il suo potere, quasi magico, di “oltrepassare” se stessa, come nello specchio di Alice, e di introdurre chi guarda in un mondo in cui tutto assume una dimensione allusiva, incerta e aperta su svariati orizzonti.
Le immagini esposte non hanno certo l’intento di sedurre, ma piuttosto di costringere lo sguardo e la mente a un gioco ermeneutico, in cui lo spettatore tenta di scovare – nell’oggettività rappresentata-
il possibile inganno, le ipotesi alternative a cui non si può dare risposta.
Espongono i soci Lisa Andreani, Andrea Avezzù, Antonio Baldi, Maurizio Braiato, Aldo Brandolisio, Ilaria Brandolisio, Fabrizio Brugnaro, Lorenzo Bullo, Nicola Bustreo, Dario Caputo, Paola Casanova, Carlo Chiapponi, Maria Teresa Crisigiovanni, Francesco Del Negro, Gianfranco Giantin, Matteo Miotto, Stefano Pandiani, David Salvadori, Giorgio Semenzato, Massimo Stefanutti, Maurizio Trifilidis, Fabrizio Uliana, Izabella Vegh, Giovanni Vio, Emilio Zangiacomi Pompanin, Anna Zemella.
La Gondola presenta, inoltre, NeroSuBianco, un compendio, ridotto ma significativo, delle tendenze espressive in cui si riconobbe, nel secondo dopoguerra, la fotografia italiana nel decennio 1950 – 1960.
Le immagini sono fortemente rappresentative dei due principali orientamenti dell’epoca: l’uno, teorizzato da Giuseppe Cavalli, intellettuale di formazione cattolica e crociana, tentava di rifarsi alla nostra tradizione figurativa, alle atmosfere pittoriche del primo Quattrocento: un “high key” sofisticato che suggerisse attraverso bassi contrasti la solarità e il languore mediterraneo del nostro Paese; l’altro, che ha trovato un notevole interprete in Paolo Monti, sviluppava un confronto con il percorso della Subjective Fotografie del dott. Otto Steinert, optando per una fotografia dai toni bassi, un “low key” di ascendenza quasi espressionista e intal senso opposta alla visione di Cavalli.
Infine, una stanza è dedicata a lle vincitrici della lettura portfolio Sguardi Femminili del 2015.
Francesca Cesari con il lavoro In the room riproduce la dimensione appartata e silenziosa del luogo in cui una madre addormenta il bambino attraverso l’allattamento al seno, col progressivo ammorbidirsi del corpo e l’abbandono di ogni resistenza, gioco e ostinazione.
Monia Perissinotto propone un percorso emozionale con Istanbul, rappresentata come “colei che indaga il [suo] essere straniera”.
Caterina Burlini con Flora elabora un progetto fotografico ampio, tutt’ora in corso, in cui la natura e la figura femminile si fondono, fino a diventare l’una parte dell’altra.
Nota – Questo è un comunicato che viene riportato integralmente come contributo esterno. Il contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione