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Il conservatorio a Palazzo Pisani apre alle esposizioni

Originally posted on 9 Novembre 2016 @ 13:07

Palazzo Pisani sede del Conservatorio, inaugura il nuovo Museo della musica.

Una particolare sezione dedicata alla scoperta del ‘tempio massonico’. Una serie di stucchi ed affreschi ‘recuperati’ nel corso del restauro degli spazi dedicati all’esposizione permanente.

A Palazzo Pisani, i beni musicali appartenenti al Conservatorio dedicato a Benedetto Marcello sono stati raggruppati in diverse aeree tematiche: cordofoni, aerofoni ed infine cimeli, quadri, fotografie e spartiti autografi che testimoniano la storia della scuola e la presenza di grandi personalità.

Il tutto è esposto in alcuni tra i più pregevoli ambienti del palazzo che furono sede dell’appartamento nuziale di Alvise Pisani.

L’accurata pulitura delle decorazioni murarie, degli stucchi e dei basso rilievi ha fatto emergere una fitta simbologia alchemico-massonica permettendone così un nuovo studio che ha dato un esito interpretativo diverso rispetto a quelli precedentemente dati.

L’inaugurazione è prevista per il 19 novembre.

La storia di Palazzo Pisani di Santo Stefano, uno dei più grandi e affascinanti della città, è molto lacunosa.

Attribuito dal Coronelli a Jacopo Sansovino, in realtà fu costruito nel 1614-15 quando il Sansovino era morto da oltre 40 anni.

Il progetto pare sia stato di Alvise Pisani, coadiuvato dall’architetto Bortolo da Venezia, detto “il Manopola”, che in quegli anni era proto a San Marco. Nel secolo successivo l’edifico venne ingrandito. Si aggiunse un secondo piano. La serliana del grande abbaino fu incorporata agli altri elementi del sottotetto, e il palazzo venne ampliato verso il Canal Grande.

La ristrutturazione fu affidata a Girolamo Frigimelica, architetto della famiglia Pisani, lo stesso che costruì l’imponente villa Pisani a Stra.

Lo scopo della costruzione era eminentemente celebrativo. La nobile famiglia Pisani, all’epoca una delle più ricche della città, volle un palazzo degno della propria grandezza. Facendosi progressivamente largo tra le case vicine per raggiungere il Canal Grande.

Qui soggiornarono personaggi famosi, sovrani e principi. Le cronache parlano della magnificenza dell’arredo e degli addobbi, della galleria ricca di quadri dei più insigni pittori.

L’enorme facciata del palazzo, criticata da alcuni per l’ostentazione, è ravvivata da due grandi archi sopra il portone d’ingresso.

La soglia è custodita, emblematicamente, da due gruppi statuari del primo Seicento, opera di Girolamo Campagna. Rappresentano la prima e l’ultima delle dodici fatiche di Ercole. L’uccisione del leone di Nemea e la cattura del tricipite cane Ades.

Nell’atrio è possibile ammirare il fanò. Il grande fanale a tre luci che stava sul castello di poppa della galea di Andrea Pisani, ammiraglio della flotta veneziana (capitano generale da mar). Si notano poi alcune panche il legno con il leone rampante, stemma della famiglia.

Sempre al pianterreno si possono ammirare i due suggestivi cortili, inframmezzati da logge sovrapposte. Opera del Frigimelica, acuto interprete dell’architettura seicentesca, che seppe dare alla rinnovata struttura del palazzo un tocco di eleganza. Anche in particolari quali i capitelli delle colonne, e nel sapiente gioco di luci ed ombre che vivacizza le facciate interne.

Il pòrtego, salone del primo piano nobile, che va dal campo al Rio del Santissimo, ospitava un tempo i ritratti dei personaggi più illustri della famiglia Pisani. Ora rimangono soltanto i ritratti di Andrea, il capitano generale da mar morto nel 1618 e quello di Alvise (1618-79) procuratore di San Marco e collezionista d’arte.

Gli altri ritratti sono stati sostituiti con dipinti delle Gallerie dell’Accademia. Sempre nel pòrtego si possono ammirare i grandi putti sopra le porte. Attribuiti ad Abbondio Stazio, il più celebre stuccatore del Settecento veneziano. Dall’altro lato del pòrtego stava la Galleria, dove era raccolto il maggior numero dei quadri dei Pisani; da un inventario fatto nel 1809 risultano 159 dipinti, opera dei maggiori pittori del Cinquecento veneziano.  Tiziano, Tintoretto, Veronese, Palma il Vecchio e molti altri.

Purtroppo per la rapida decadenza della famiglia, costretta a vendere Palazzetto Pisani nel 1816 per far fronte ai debiti, la maggior parte delle opere d’arte sono state vendute, tra queste il dipinto di Antonio Pellegrini sul soffitto della sala da ballo, ora sala dei concerti del Conservatorio.

Rimangono tuttavia moltissimi tesori da ammirare. I dipinti sui soffitti, gli stucchi, la cappella del primo piano nobile, le porte intarsiate al secondo piano nobile. Solo per citarne alcuni.

Tra il 1897 e il 1921 il Comune di Venezia divenne progressivamente l’unico proprietario del palazzo. Ospitò dapprima il Liceo Società Musicale Benedetto Marcello, nell’ala che si affaccia sul secondo cortile, fino a che nel 1940, il palazzo fu riservato ad uso esclusivo del Conservatorio.

Pubblicato il:  9 novembre 2016

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Nota – Questo è un comunicato che viene riportato integralmente come contributo esterno. Il contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione


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