Originally posted on 12 Luglio 2016 @ 7:03
In mostra oltre 120 tra pagine e iniziali miniate provenienti da una delle collezioni di miniature più importanti al mondo: quella del conte Vittorio Cini, donata alla Fondazione nel 1962.
Parte integrante del percorso espositivo, allestito dallo Studio Michele De Lucchi, è una sezione con installazioni e riproduzioni multimediali curate dall’atelier Factum Arte di Adam Lowe
Verrà esposta per la prima volta dopo oltre 35 anni più della metà di una delle collezioni più importanti e preziose custodite dalla Fondazione Cini: la raccolta di 236 miniature acquisita dal conte Vittorio Cini tra il 1939 e il 1940 dalla Libreria Antiquaria Hoepli di Milano e donata alla Fondazione nel 1962.
In mostra il pubblico potrà ammirare una selezione di oltre 120 delle miniature più significative e importanti della collezione, e un nucleo scelto di pregevoli codici miniati. Curatori scientifici del progetto sono Federica Toniolo, docente di Storia della Miniatura all’Università degli Studi di Padova, e Massimo Medica, direttore del Museo Civico Medievale di Bologna, che hanno curato anche la catalogazione scientifica dell’intera raccolta.
La collezione Cini è rappresentativa delle principali scuole italiane di miniatura e raccoglie le creazioni di alcuni dei più importanti miniatori attivi tra XII e XVI secolo.
“Mindful Hands rientra in quel ciclo di grandi mostre che periodicamente la Fondazione Cini promuove per valorizzare le proprie collezioni, patrimoni importantissimi dal punto di vista storico, artistico e scientifico ma poco noti al grande pubblico – spiega Pasquale Gagliardi, Segretario generale della Fondazione – sono anni che lavoriamo a questo ambizioso progetto legato alla nostra collezione di miniature, unica in Italia e tra le poche al mondo di questo livello. Gli ottimi risultati in termini di pubblico e consensi registrati dalla mostra dedicata nel 2010 alle incisioni di Giambattista Pianesi, il cui corpus è interamente conservato negli archivi di San Giorgio Maggiore, ci hanno incoraggiati a proseguire questa missione di valorizzazione delle arti decorative, in cui l’eccellenza della realizzazione artigianale non ha nulla da invidiare ad altri settori dell’espressione creativa”.
L’esposizione, con il coordinamento scientifico dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini, sarà allestita in un suggestivo percorso creato ad hoc per gli spazi delle Sale del Convitto dallo Studio Michele De Lucchi, capace di avvicinare anche il visitatore non specialistico.
La mostra sarà inoltre l’occasione per raccontare un particolare fenomeno di collezionismo e di gusto, in cui la tipologia di pezzi è il frutto della pratica – oggi deprecabile – di smembrare le pagine dei codici e immettere sul mercato le sole parti figurate, spesso ritagliate.
Unico pezzo esposto che non appartiene alla Fondazione Giorgio Cini è il magnifico Antifonario Q della Biblioteca della basilica benedettina di San Giorgio Maggiore, generosamente prestato: dallo stesso codice fu staccata una delle pagine oggi nella collezione Cini. Pagina e libro, esposti accanto in apertura della mostra, sono il suggello ideale di questo percorso di ricomposizione, a sottolineare come l’immagine debba sempre essere ricondotta al suo contenuto testuale.
Supporti digitali organizzati in una vera e propria installazione artistica che valorizza e “traduce” in chiave moderna questo straordinario patrimonio, guideranno il visitatore attraverso le ultime sezioni, dedicate da un lato all’analisi e alla comprensione delle tecniche di produzione del manoscritto miniato, dall’altro alla possibilità di conoscere da vicino due dei volumi più preziosi, il Martirologio di Ferrara e il piccolo ma preziosissimo Offiziolo di Ludovico il Moro, con animazioni e riproduzioni su ampia scala: dell’Offiziolo l’atelier Factum Arte realizzerà per la mostra un facsimile che i visitatori potranno toccare e sfogliare.
Helen Hamlin Trust è un’organizzazione indipendente impegnata nel supporto finanziario di iniziative filantropiche, avendo come obbiettivo principale l’avvio di progetti a medio e lungo termine legati agli interessi comuni di Lady Hamlyn e del suo defunto marito Lord Hamlyn.
Lo sviluppo di progetti innovativi, che mirano a ottenere cambiamenti duraturi e a migliorare la qualità della vita, è al centro della filosofia del fondo.
Helen Hamlyn Trust opera in settori come medicina, arti e cultura, istruzione e assistenza; promuove l’invecchiamento in buona salute ed è attiva negli ambiti delle questioni umanitarie internazionali e della conservazione del patrimonio in India.