Originally posted on 19 Ottobre 2015 @ 10:02
Le strade veneziane spesso sembrano invase da turisti, ma è nei campi, o piazze, spesso che si incontrano, mondi segreti e alternativi. Noi di Live in Venice, vi sveliamo 10 dei luoghi tra i più celebri e veri.
La cosa che da sempre consigliamo è quella di “perdersi volutamente” in questa città. Se non fosse per il fatto, che così facendo, probabilmente si esce dal flusso ossessivo della massa di inarrestabili turisti che la percorrono a blocchi dalla mattina alla sera con tappe forzate e sempre uguali con il solo scopo di “fare qualcosa”, per vedere i suoi 1500 anni di storia tutti in un sol giorno.
I Campi di Venezia meritano un discorso a se. E probabilmente già da soli meritano una vacanza in città.
Scadenzati dal sole o dall’ombra questi luoghi di ritrovo, di giochi per i bambini, di incontri o più semplicemente di sosta, sono veri e propri polmoni per la città.
Cominciamo subito col dire che non sono piazze. In tutta Venezia, esiste solo una piazza. San Marco. Il resto si chiamano campi.
Nessuno ha una forma uguale all’altra. Né una dimensione precisa.
Sono stati strappati nel corso dei secoli per lo più all’avanzare della città ed in passato servivano per molti scopi dal commercio, all’approvvigionamento dell’acqua per le case circostanti.
Oggi, alcuni sono famosi per una pasticceria particolare, o per un punto di ritrovo ben specifico, o più semplicemente per portare i propri figli a giocare con i loro compagni senza perderli di vista.
Alcuni sono celebri per le attività di vero artigianato. Lì si possono ancora trovare degli oggetti frutto di abilità di maestri d’ascia o veri e propri artisti.
Escludendo sin da subito Piazza San Marco (merita un discorso a parte n.d.r.), che è, naturalmente, la più famosa di tutti, la più affollata, la più grande, bella ecc ecc. la nostra attenzione rimane concentrata su tutto il resto di Venezia.
I Campi come suggerisce il nome, sono nati in origine come spazio rurale per la coltivazione e per il pascolo degli animali. Tutt’intorno si svolgeva la vita quotidiana. Feste, magazzini, edifici su diversi piani, pozzi. Fino al 1886 quando arrivò il primo acquedotto che portò in città acqua fresca dalle sorgenti della montagna.
I Campi nei secoli sono serviti un po’ a tutto: alcuni svolgevano anche la funzione di cimitero. Almeno fino all’arrivo di Napoleone Bonaparte che nel 1797, ordino la costruzione del cimitero di San Michele vietando di fatto la sepoltura in città.
Nel 1840, John Ruskin arrivato dall’Inghilterra per amare (di fatto) Venezia fu forse il vero responsabile di ciò che Venezia è diventata oggi trasformandola di fatto, in una meta turistica molto popolare. Se così non fosse stato però probabilmente oggi venezia sarebbe stata distrutta già all’epoca degli austraci.
Oggi la città, subisce un assedio costante da arte dei turisti per tutti i mesi dell’anno. Negli ultimi tempi, molti dei negozi e imprese artigiane di tutti i giorni che hanno animato tanto campi, hanno chiuso. Come forse è stato ormai quasi del tutto cancellato quell’equilibrio tra la vita normale della città e il turismo di massa che di fatto ha rovesciato pesantemente la situazione a favore di quest’ultimo.
Tuttavia, un certo numero di campi di Venezia ancora oggi resistono: Santo Stefano, ad esempio con i suoi negozi, e Santa Margherita, anima con ristoranti alla moda, bar e studenti universitari – mentre altri, rimangono ancora celati da case e gente del posto e sostanzialmente sono rifugi incantevoli per i visitatori.
Nel campi più trafficati oggi, ci si può rilassare guardando il mondo passare da un tavolino di un bar, mentre nella zona più tranquilla e più trascurata, si può immaginare come si viveva qui, quando ogni prezioso centimetro di questa “città improbabile”, nata dall’acqua, è stato lavorato davvero tanto e a condizioni molto difficili.
Nulla però rimane fermo per sempre. Oggi anche in questa città dal fascino millenario, le cose potrebbero cambiare e oggi se molti dei campi sembrano addormentati o semplicemente sonnacchiosi, non è detto che tra qualche anno possano risvegliarsi e cambiare ancora una volta.
Rimangono di fatto luoghi speciali per rallentare le frenesie della vita quotidiana e per sognare Venezia serenamente.
1. Campo Santa Margherita, nel Sestiere di Dorsoduro
Una vivace piazza del mercato durante il giorno, con una deliziosa panetteria e alberi per mangiare sotto le fronde, mentre, dopo il tramonto Campo Santa Margherita diventa il centro della vita notturna veneziana: ristoranti, bar, studenti universitari in abbondanza, ma niente musica assordante (è vietato).
La chiesa con la sua magnifica facciata neoclassica (1776) ospita una mostra permanente di disegni per le macchine di Leonardo da Vinci. In Indiana Jones e l’ultima crociata, Harrison Ford trova un passaggio segreto all’interno di della chiesa stessa che porta a catacombe infestate dai topi. In realtà, questo affascinante campo, è oggi un ottimo posto dove sostare, nel 18 secolo c’era una sala da gioco e, ancora oggi si può ammirare , la barca di frutta e verdura ormeggiata lì vicino accanto al ponte dei pugni ferma da più di 70 anni.
Una volta era davvero la principale piazza del mercato della città, Santo Stefano rimane un luogo ampio, vivo e con commercio moderno. Al centro una statua di Niccolò Tommaseo, un giornalista italiano del 19 ° secolo e saggista. I bambini di sempre scherzosamente lo chiamano “cagalibri”, che non è molto bello.
Una volta a settimana piazza del mercato dominata dalla chiesa parrocchiale barocca dedicata ad una Madonna 7 ° secolo.
Ricostruito più volte, è ben noto per il grottesco volto detto “mal di denti” sopra la porta del campanile. Un ponte conduce dal campo alla Fondazione Querini Stampalia, un avvincente casa-museo ornata di arte e decorazioni a volte volgari; magnifico insieme con aggiunte architettoniche di ispirazione, tra cui un incantevole giardino d’acqua da Carlo Scarpa.
5. Campo Ghetto Nuovo, nel Sestiere di Cannaregio
Un luogo straordinario affiancato da “grattacieli”, edifici tardo medievali.
Il Ghetto di Venezia esiste sin dal 1516 quando il doge decretò che tutti gli ebrei dovevano vivere in una piccola isola. Erano per lo più medici, usurai e commercianti. Liberato da Napoleone Bonaparte nel 1797, Campo Ghetto Nuovo sembra essere ancora un posto a parte. Ci sono sinagoghe ancora, in cima agli edifici di otto piani, un museo ebraico in un campo inaspettato cucito con una storia inquietante.
La quotidiana Venezia si sente pienamente viva in questo delizioso campo. I turisti di passaggio carichi di zaini più tipici in Himalaya vengono per lo più fagocitati dai bambini locali (unico caso a Venezia), che giocano i giochi del campo, indisturbati mentre i genitori chiacchierano nei caffè.
Ciò che rimane così speciale su San Giacomo è che si tratta di un luogo, come con pochi altri, dove i residenti sono più numerosi dei turisti.
7. Campo Sant’Aponal, nel Sestiere di San Polo
Una volta questa era la vera zona a luci rosse di Venezia, il labirinto umido di vicoli stretti che conduce in questo piccolo campo, sono in realta oggi, negozi vivi di generi alimentari caratteristici, librerie e persino un negozio di musica che vende strumenti tradizionali.
La chiesa, soppressa nel 1810, quando un dipinto del Tiepolo è stato trasferito a Parigi, è stata nei secoli un mulino, un ospizio, una prigione per detenuti politici , un archivio comunale e, molto occasionalmente, una galleria per mostre d’arte.
Una zona davvero tranquilla, spesso vuota, e felicemente all’ombra –specie in estate-, grazie all’ombra della Chiesa dell’Angelo Raffaele, con il suo doppio campanile, curiosa la facciata l’angelo Raffaele che conduce Tobia con il pesce in mano ed il suo cane parabola del nostro cammino sulla terra, durante il quale animali e angeli ci sono compagni, fratelli e amici.
9. Campo della Pescaria, nel Sestiere di San Polo
10. Campo San Francesco della Vigna, nel Sestiere di Castello
Un campo apparentemente remoto, in cui case di tutti i giorni affollate nella quotidianità e infilate attraverso il dedalo di calli, competono per attenzione con la serenità del monastero francescano sereno e riposante e la sua fantastica chiesa progettata dal Sansovino e dal Palladio.